Potete trovare le regole della challenge qui in inglese.
Quindi il mio monte di arrivo sarà: Pike’s Peak: Read 12 books from your TBR pile/s.
La tag per quest’anno è #MountTBR2022 e devo ricordarmi di linkare il mio progresso.
Qui di seguito le recensioni dei libri che fanno parte di questa sfida. Il numero qui sotto e la barra nella sidebar sono diversi perché questi sono le recensioni già pubblicate che possono essere live settimane dopo che ho finito un libro.
Nel conferirgli il premio Nobel per il 1968, l'Accademia di Svezia ha riconosciuto a Yasunari Kawabata "magistrali doti di narratore che esprimono con grande sensibilità l'essenza dell'anima giapponese". Il libro che qui presentiamo - e che è stato anche il suo primo ad esser tradotto in italiano - è considerato un capolavoro di finezza psicologica e stilistica. Scritto nel 1934, ma completato solo nel 1947, mostra al suo meglio l'arte sottile di Kawabata, poeta dei sentimenti che innesta sulla linea classica dei poemi seicenteschi del suo paese le suggestioni che gli vengono da una appassionata frequentazione della cultura occidentale.
Il "paese delle nevi" è il paradiso terrestre sulla costa occidentale della maggior isola del Giappone, dove la neve è alta quindici piedi, e sorgono terme squisite, e delicati luoghi di villeggiatura. In questa scena si dipana la storia di Shimamura, ricco e raffinato esteta, e di Komako, geisha delle terme. Komako fa parte di una categoria di geishe assai diverssa da quella che abita la città: le cortigiane del paese delle nevi non potranno mai diventare famose musiciste o danzatrici, penetrere tra le quinte della politica o degli affari: il loro destino è quello di maturare tra gli incanti e la corruzione del "paradiso", perpetuamente dedite ai signori che, secondo la tradizione, salgono alle terme per trovarvi il riposo perfetto. L'incontro di Shimamura e Komako è dunque un incontro d'amore, ma da esso non nascerà che un gioco di trasporti continuamente trattenuti, rinfocolati, destinati a svanire, in un paesaggio di sogno, dove le chiacchiere discrete degli alberghi e la ricerca della bellezza costituiscono un ricamo ripetuto, sempre fascinosamente elusivo.
Di cosa parla
Il Paese delle Nevi è un romanzo ambientato nel Giappone del 1930. La trama non è complicata anzi è quasi assente ma ciò che risalta in questo racconto è l’ambientazione. Siamo infatti nel nord della maggiore isola del Giappone dove nevica tantissimo durante l’inverno e lo stile è un po’ asettico, come l’ambiente.
Una delle più grandi autrici giapponesi, mai pubblicata prima in Italia, rivive il bombardamento di Nagasaki, nell’agosto del 1945. Un ricordo che continua a bruciare nei corpi e nelle menti dei sopravvissuti e si rinnova con la paura per i moderni incidenti nucleari. “Il buio svanì facendo posto a una luce tra il blu e il rosso, del colore dell’ortensia quando comincia a fiorire. Non era caldo, non era freddo. Sembrava una luce spettrale solida come un muro”
Tradotta qui per la prima volta in lingua italiana, Kyoko Hayashi è un punto di riferimento assoluto per la memoria della bomba atomica e l'elaborazione di quell'evento di distruzione assoluta. L'autrice si è sempre considerata una "testimone del 9 agosto" e in quanto tale si è fatta carico della narrazione dell'olocausto nucleare affinché non sprofondasse nell'oblio e mantenesse la sua valenza di monito per le generazioni future. Nel racconto "I due segni tombali" i fatti di Nagasaki sono visti attraverso la storia di due ragazze adolescenti, Yòko e Wakako. "Il luogo del rito" ripercorre i giorni seguenti il bombardamento fino a coprire un arco di trent'anni. "Il barattolo" racconta il convivere dei superstiti con il terrore per le conseguenze dell'atomica, mentre "II raccolto" esprime i timori per la contaminazione generata dall'uso civile del nucleare.
Di cosa parla
Il libro è una raccolta di quattro racconti, più una nota dell’autrice e una nota della curatrice dell’opera. Contiene i racconti: I due segni tombali, Il barattolo, Il luogo del rito e Il raccolto. Il primo è un racconto abbastanza straziante di due amiche colpite dall’atomica, il secondo quello di un gruppo di amiche che anni dopo si ritrovano alla loro vecchia scuola e ricordano una loro compagna che teneva sempre con sé un barattolo (sempre dopo l’atomica), il terzo è un racconto in prima persona di una sopravvissuta e il quarto si discosta parecchio dal filo conduttore della bomba atomica perché parla del disastro di Tokaimura del ’99 (o meglio si ispira, perché non ricordo di aver letto questo nome nel racconto ma molto probabilmente se c’era non l’ho collegato visto che non conoscevo l’accaduto).
Ora da dove comincio? Ho tanto da dire che la mia mente è una confusione totale. Vediamo se riesco a riassumere.