Avevano spento anche la luna

Between Shades of Gray


Garzanti
22 marzo 2011
eBook
304
Inglese
Roberta Scarabelli
3 Febbraio, 2023 9 Febbraio, 2023
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Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. Il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onererà per mezzo dell'arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia.

Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei più terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Venduto in ventotto paesi, appena uscito in America balzato in testa alle classifiche del New York Times. Definito all'unanimità da librai, lettori, giornalisti e insegnanti un romanzo importante e potente, racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto perso.

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Di cosa parla

Siamo in Lituania all’inizio della Seconda guerra mondiale, Lina con la sua famiglia viene deportata in Siberia in un campo di Lavoro, ma non sa perché. La sua famiglia, come altre famiglie di universitari, scrittori e medici, è sulla lista nera che la polizia sovietica usa per deportare persone. Non le sesta che disegnare e forse questa capacità è l’unica sua salvezza.

Cosa ne penso

La testimonianza di questo libro è molto forte, ma lo scritto mi ha lasciato un po’ perplessa. I capitoli sono cortissimi il che personalmente mi fa leggere molto velocemente, ma l’ho trovato lento come narrazione.

Il libro è molto importante, la situazione dei tre paesi baltici è nascosta dall’altra tragedia di quegli anni e anche sui libri di scuola non si studia più di tanto. Sappiamo le condizioni degli Ebrei durante il nazismo, le deportazioni e le privazione. Sappiamo che esistevano i gulag, ma cosa succedeva lì veramente? Non ci si sofferma più di tanto. E quindi si deve leggere un libro come questo, ma la stesura non mi è piaciuta. Puoi dire una volta, massimo due delle loro privazioni, ma trovo che questo libro sia solo un ripetersi di un elenco di cose che non hanno, che devono rubare e di malattie. Per carità, come detto queste cose vanno denunciate, ma ripetute molte volte nello stesso romanzo, sembra quasi che non ci sia sostanza.

Oltre che ad odiare ancora di più la Russia, questo libro mi ha fatto anche capire come sono degli ipocriti. Si sono vantati di aver liberato Auschwitz, hanno fatto propaganda obbligando i bambini di Mengele a sfilare davanti alle telecamere quando anche loro sono come i nazisti. L’unica differenza è che non avevano le camere a gas, ma per il resto erano proprio uguali. E pensare che il popolo russo è così cieco. Ovviamente non tutti lo sono, come sempre ci sono le eccezioni, ma la maggior parte mi sembra alquanto menefreghista e “brain washed” dal regime.

Comunque il libro non mi è piaciuto più di tanto. Il fatto di denunciare quello che è successo in Siberia sotto i sovietici sì ovviamente, e l’ho trovato importante, ma come è scritto non mi ha totalmente convinto.

Un’altra cosa da notare, pur capendo il significato è come hanno fatto a tradurre il titolo originale in “Avevano spento anche la luna”. Alcune volte non capisco davvero perché i traduttori cambino così tanto i titoli in italiano. Se c’è qualche traduttore lì fuori che sta leggendo questa mia frase, per favore illuminatemi così magari posso capire.

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