Cuore

Cuore
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De Agostini
1886
Hardcover
216
18 Marzo, 2018 21 Marzo, 2018

Il diario di Enrico, un bimbo torinese di terza elementare, ci conduce per mano giorno dopo giorno attraverso le diverse tappe di un anno scolastico denso di avvenimenti gioiosi e tristi. Lo scrivano fiorentino, la maestrina dalla penna rossa, il severo maestro Perboni, il buon compagno Garrone, il povero figlio del carbonaio sono tra i piccoli grandi protagonisti dell'Italia risorgimentale che in questo libro prende vita ancora oggi, a oltre cento anni dalla pubblicazione. Straordinarie storie di eroismi quotidiani capaci di imprimersi nel cuore dei lettori odierni come di quelli di un secolo fa, lasciando un ricordo indelebile.

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Cosa ne penso

Prima di tutto, voglio dire che la bandiera italiana nel calamaio della copertina è al contrario. Dovrebbe essere verde, bianco, rosso, col verde attaccato all’asta.

Questo è un libro che quando ero piccola tutti mi dicevano “leggilo”, “è un libro bello per ragazzi” e ora che l’ho letto, io mi chiedo come fa un libro così “fuori dal linguaggio italiano” essere per bambini? Premetto che ho letto questo libro solo perché, per la Challenge di Popsugar, dovevo leggere “un libro della mia infanzia che volevo leggere e non ho mai letto”, altrimenti, come ho detto su Goodreads dove ho aggiunto tutti i libri che possiedo, non l’avrei mai letto.

Prima di tutto, il libro è stato scritto nel XIX secolo quindi ovviamente l’italiano non è l’italiano di oggi quindi mi chiedo come un bambino/ragazzo che ha appena iniziato il suo percorso nella lingua italiana possa capire a pieno cosa c’è scritto. Non tutto il libro è così ma se per me non è scorrevole a causa dell’italiano antico come lo può essere per un ragazzo? Come può a un bambino piacere questo libro? Ora so perché non l’ho mai letto da piccola, appena lo iniziavo ci rinunciavo.

Non è il mio stile, lo ammetto, i diari non mi piacciono (ho tentato di leggere tremila volte il diario di Anna Frank ma ho sempre rinunciato dopo poco) quindi anche per questo non mi è piaciuto come libro. L’ho letto come se fosse uno di quei libri che ci davano da leggere a scuola e dovevamo leggerli per forza, senza gustarlo e forse senza prestare tanta attenzione (per questo non ricordo le trame dei libri che mi obbligavano a leggere a scuola).

I racconti mensili poi non sono poi così felici… “la vedetta lombarda” muore, “il tamburino sardo” perde una gamba, uno naufraga, momenti mi metto a piangere con “sangue romagnolo”. Lo so che sono racconti di guerra, il romanzo è ambientato nel dopoguerra dell’unione d’italia, ma cavolo che tristezza…

Nell’Italia del fine ‘800 la pietà è una cosa brutta, o meglio quando il maestro parla dei bambini ciechi sembra che essere cieco sia la fine del mondo. A parte che non capisco perché i bimbi ciechi debbano vivere in istituto, ma ripeto siamo nell’800 e quindi un periodo troppo distante da me, ma come espone il supplente sembra che essere ciechi vuol dire morire, vero dice anche che questi bambini sono felici nel loro modo, ma sembra quasi che non siano esseri umani… e con altri racconti anche, non solo questo. Il povero, il menomato è vero fanno compassione, ma non certo pena, anzi oggigiorno non vogliono neanche la nostra pietà, magari sono anche più felici di noi!

Ma il povero Enrico (il narratore) non vince mai nessun premio? È buono con tutti, ma almeno qualche “bravo” dal maestro no? Magari non lo dice nel racconto… I premi tutti agli altri, le medaglie tutti agli altri…. anche alla fine dell’anno scolastico, non mi sembra che dica se è stato promosso o no (magari non sono stata attenta io).

Robetti… Ma in passato era così difficile quando ci si rompeva un osso? Nove mesi di stampelle? Devo dire però che i ragazzi di oggi potrebbero imparare molto da questo libro. Il rispetto che c’era una volta non c’è proprio più. Oddio anch’io alcune volte leggendo la madre di Enrico che gli fa la paternale e dice “quando non ci sarò più” storco il naso e dico “ma davvero? Non hai qualcosa di meglio da dire?” Ma il rispetto che gli alunni hanno nei confronti degli adulti oggi è una cosa aliena…. Anche nei confronti dei bambini più sfortunati di loro… Ora vengono presi in giro pesantemente. Anche prima venivano derisi, ma non come adesso e c’era più solidarietà tra coetanei…

Non riesco a capire quanti anni hanno i ragazzi… Parlano di superiori e inferiori, di ginnasio, ma sono completamente diversi da quelli di oggi… Forse va in terza elementare? O terza media? Non capisco…. Devo leggere il riassunto su Goodreads magari dicono l’età.

Tirando le somme, ho letto questo libro solo per la Challenge, non mi sarei mai sognata di leggerlo se l’avessi visto adesso in libreria (genere troppo lontano da ciò che mi piace) e non credo sia un libro adatto ai bambini, ma solo per il linguaggio e anche per qualche racconto troppo straziante.

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