
Crimine, Mystery, Thriller Psicologico
Julia Heaberlin
Newton Compton Editori
11 agosto 2015
eBook
364
Inglese
Marianna Cozzi, Angela Ricci
1 Giugno, 2020 12 Giugno, 2020
Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è sopravvissuta per miracolo a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui crescono delle margherite gialle. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il presunto colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent’anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un’artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della camera da letto, una margherita gialla, che sembra piantata di recente. Sconvolta da ciò che evoca quel fiore, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle lasciato un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L’unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della memoria, che potranno riportare a galla la verità…

Di cosa parla
Gli occhi neri di Susan è un libro che parla di un caso concluso, perché si tratta di un caso avvenuto nel passato, con il criminale in prigione, ma che per la protagonista non è concluso affatto, in quanto continua a trovare delle margherite gialle piantate a casa sua. L’aggressore è nel braccio della morte e ora che è adulta Tessa, la protagonista, crede di aver mandato in prigione l’uomo sbagliato.
Quindi il libro è un po’ un viaggio tra passato e presente, il passato per spiegarci cosa è avvenuto e il presente per vedere se Tessa riesce a ricordare cosa è veramente successo ed a capire se il “suo mostro” è veramente dietro le sbarre o se è ancora a piede libero.
Cosa ne penso
Il libro mi è piaciuto. Devo dire che il caso e la sua soluzione era un po’ ovvia e soprattutto non originale visto che ho già letto altri libri simili. Però mi è piaciuto come è stato costruito il libro.
Mi sarebbe piaciuto approfondire il caso originale. Alla fine non si sa bene cosa è successo a Tessa, sappiamo solo in generale. Sappiamo che è stata abbandonata in una fossa con delle ossa di altre ragazze, sappiamo che a causa di ciò ha un pacemaker ma anche qui non ci dice perché. Quello che voglio dire è che questo fatto per esempio del pacemaker anche se non l’avesse scritto non avrebbe cambiato nulla nella storia, è un fatto inutile se non dici il perché ha bisogno di questo aggeggio. Perché è stata troppo tempo abbandonata in una fossa? O magari l’aggressore le ha fatto fisicamente qualcosa e quindi adesso ha bisogno del pacemaker? Non ci sono dettagli. Anche l’aggressione passata non è spiegata bene. Perché è stata aggredita? come è stata aggredita? È stata rapita per giorni? È stata lasciata in quel campo dopo qualche ora da quando è scomparsa o no? Mancano alcune cose che secondo me e per il mio piacere di lettura avrei preferito che venissero spiegate. Non basta dire Tessa è stata aggredita e poi vedere solo i mesi dopo l’aggressione. E anche il fatto della cecità… perché è venuta? Lo posso immaginare, ma non sono sicura che sia per quel motivo.
Ora quello che scriverò è dovuto alla traduzione. Il titolo. Sinceramente ho comprato questo libro solo per dire questa frase che sto per dire (poi anche la trama e il libro in sé mi sono piaciuti) ma cosa c’entra il titolo italiano con il libro intero? C’era un modo migliore di intitolare il libro che viene anche detto nei primi capitoli, cosa che avrebbe avuto più senso ossia “Le Susan dagli Occhi neri” e non Gli occhi neri di Susan in quanto in quest’ultimo si pensa che un lettore capisca che si tratti di Susan dagli occhi neri, nel primo caso si capisce che c’è sotto qualcosa. O anche solo Susan dagli occhi neri. Più sensato che il titolo dato. (Lo so sono sottigliezze ma io leggo per quello.)
E non fatemi parlare di “a lavoro” al posto del corretto “al lavoro” ma perché i traduttori non conoscono l’italiano? o anche i correttori di bozze. Mi chiedo se i correttori di bozze siano pagati per correggere effettivamente o solo per dire, il libro va bene e di loro non ci mettono nulla.
Conclusione
Dopo tutto questo mio smontare il libro sembrerebbe che non lo consigli a nessuno ma non è così. Il libro mancherà di certi particolari (e il titolo italiano fa pena) ma il racconto comunque merita. Non è un brutto libro anzi. Mi piace come l’autrice mischi passato e presente e come i capitoli siano brevi.