
Fantasy, Low Fantasy
Lian Hearn
La Saga di Otori, Libro n° 1
e/o
26 agosto 2002
Copertina Rigida
348
Inglese
Laura Serra
21 Maggio, 2021 24 Maggio, 2021
Beat the Backlist
In un Giappone medievale mitologico, il giovane Takeo cresce in seno a una comunità pacifica che condanna la violenza ma che sarà massacrata dagli uomini di Iida, il signore del clan dei Tohan. Takeo è salvato dal nobile Shigeru, del clan degli Otori, si troverà al centro delle lotte sanguinarie tra i signori della guerra e dovrà arrendersi al proprio destino. Ma chi è davvero Takeo? Contadino, nobile o assassino? Da dove arrivano i suoi prodigiosi poteri? In un mondo fuori dal tempo, dominato da codici d’onore e da rigidi rituali di una tradizione millenaria, Takeo incontrerà per la prima volta l’amore: dovrà forse scegliere tra quest’amore, la sua devozione al nobile Shigeru e il suo desiderio di vendetta? La sua ricerca lo condurrà fino alla fortezza di Inuyama, a camminare sul “pavimento dell’usignolo”. Ma quella notte l’usignolo canterà?

Di cosa parla
Il Canto dell’Usignolo è prima di tutto un Fantasy. L’autrice basa il suo mondo sul Giappone medioevale, ma essendo un fantasy, non è accurato storicamente. Infatti, questo non è l’intento dell’autrice. Voglio precisare questo perché molti non hanno capito per niente l’intento dell’autrice e se si legge questo libro perché parla del Giappone, le premesse sono errate e quindi non ci si può arrabbiare per una rappresentazione errata del Paese.
Detto questo, il libro è la storia di formazione di Takeo, un ragazzino che un giorno viene privato della sua famiglia e del suo villaggio. Viene salvato dal nobile Otori che lo porterà con sé nella sua casa e lo adotterà.
La storia però è anche di Kaede, una nobile in ostaggio di un nobile “amico del nemico” del clan Otori, Iida, (scusate il gioco di parole) che dovrà fare i conti con il volere dei signori del tempo e fare da pedina nella guerra tra i due clan (Otori e Thoan).
Cosa ne penso
Il libro mi è piaciuto tantissimo. Non credevo, davvero e pensare che non volevo comprarlo. Il racconto è basato sul mio paese preferito e nonostante sia un fantasy ho amato questa ambientazione. La storia poi prende da subito ed è così scorrevole che non si riesce a smettere di leggere soprattutto alla fine.
Le descrizioni sono favolose e spesso il linguaggio sembra quasi onirico. Spesso mi sono trovata a contemplare lo stile dell’autrice e credo abbia fatto un ottimo lavoro portando una cultura così particolare in un fantasy.
Questa storia poteva andare in due modi: uno che terminava il libro e la serie e l’altro che prometteva un continuo. Sono felice che l’autrice abbia scelto la seconda strada anche se la fine della prima sarebbe stata più bella (più happy ending). L’autrice non ha paura di uccidere certi personaggi per far progredire la storia e questo mi piace molto.
Stile
Ci sono due punti di vista, uno scritto in prima persona e l’altro in terza. Takeo è il protagonista e parla in prima persona, invece le vicende di Kaede vengono narrate da una terza persona e questo mi piace. Trovo, poi, la prosa poetica, le descrizioni sono interessanti e anche i nomi. Sarà che ho iniziato a studiare i kanji da un po’, ma quando venivano detti gli stemmi dei clan con i loro nomi, scrivevo sempre i nomi in kanji e spesso trovavo il significato degli stemmi grazie a loro.
Sinceramente paragono questo stile ad un canto poetico, come, forse, al canto di un usignolo, non so leggendo mi è venuto in mente questo paragone.
I personaggi
Takeo è un ragazzo particolare, il suo villaggio è stato sterminato perché faceva parte degli Occulti, persone che ripugnavano la guerra, l’omicidio e veneravano il Dio Occulto. Ma Takeo non è quel che sembra e neanche lui sa in realtà chi sia. Il suo percorso di formazione non è per niente noioso ed essendo in prima persona sappiamo anche cosa pensa.
Kaede, la Nobile Kaede, quando leggevo questo nome mi sembrava di leggere Inuyasha. Comunque. È una ragazza di 15 anni che da 7 anni si trova rinchiusa nel castello del lord Noguchi alleato del clan maggiore Tohan. Qui non ha una vita facile perché non viene trattata come dal suo rango e solo quando un altro lord interviene, viene considerata per quello che è. Solo che viene usata come pedina per sottomettere il clan degli Otori di cui Takeo ora fa parte.
Trovo lord Shigeru (che sarebbe il capo clan degli Otori, ma visto la fine della guerra precedente i Tohan hanno dato in mano il clan allo zio) la reincarnazione della pazienza giapponese. Il suo personaggio è molto gentile, calmo, filosofico e ammiro quello che fa per Takeo.
Non abbiamo incontrato molto Iida Sadamu ma quel che abbiamo visto ci è bastato. È il classico signore che pretende, amante solo del denaro e potere e mal visto da molti.
Conclusione
Consiglio la saga. Se siete amanti del Giappone in generale e volete una storia basata su questo paese straordinario ma che non parli esattamente della sua storia vera e propria, ve lo consiglio. Non leggetelo se volete qualcosa che parli della storia del Giappone medioevale, ci sono altri libri facenti parte del genere storico molto più appropriati. Questo, ribadisco, è un fantasy.