
Crimine, Mystery
Agatha Christie
Hercule Poirot, Libro n° 8
Mondadori
Febbraio 1932
Paperback
184
Inglese
Laura Garsin
28 Settembre, 2019 29 Settembre, 2019
Stanco di tutte le mille passate avventure e giustamente fiero dei suoi successi, il celebre Hercule Poirot ha deciso di ritirarsi a vita privata, concedendosi anche un periodo di riposo sulla costa della Cornovaglia. Ma per un vecchio segugio come lui la passione della caccia ai criminali rimane troppo forte; così, quando uno sconosciuto attenta alla vita di una bella ragazza proprio davanti ai suoi occhi, l’investigatore è subito pronto a riprendere l’attività. Il primo problema da risolvere è convincere Nicky, la mancata vittima, che qualcuno, nonostante l’assenza apparente di motivi, vuole veramente ucciderla, e che, per di più, l’assassino deve appartenere al ristretto circolo dei suoi intimi, come la sua languida amica Freddie ed i suoi compagni. Riuscitissimo per l’ingegnosità e la varietà degli intrecci, Il pericolo senza nome, pubblicato nel 1932, va senz’altro annoverato come uno dei migliori romanzi gialli di Christie.


Cosa ne penso
Secondo libro che leggo di Agatha Christie e primo della serie Hercule Poirot. Non è il primo volume perché ahimè in casa ho solo 4 libri della Christie e non voglio spendere soldi per queste serie. Comunque sia anche se il n°8, non ho faticato a capire il libro, anzi. L’unica pecca è che non conosco bene i personaggi principali.
Prima di tutto il libro è narrato dal Capitano Hastings e non da Poirot come pensavo io prima di leggere il libro. Siamo nel sud dell’Inghilterra in una isoletta immersa nel Canale della Manica (o almeno è quello che ho trovato cercando la città su Google Maps) e qui Poirot si è ritirato dal suo lavoro di investigatore.
Qui incontra una donna, Nicky, che è stata vittima di ben 3 attentati alla sua vita, ma che non ha ancora capito che qualcuno sta cercando di ucciderla.
Ci vuole ogni tanto un caro vecchio giallo e nonostante abbia questo amore ed odio per il protagonista, il libro mi è piaciuto molto. Sì perché da una parte adoro Poirot con il suo “sono bravo solo io” ma dall’altra detesto questo atteggiamento. Nonostante ciò il libro è ben strutturato anche se come per l’altro libro di Agatha che ho letto non è un libro complicato. Anzi l’ho letto in meno di due giorni e sinceramente dopo il mattone di Fuoco e Sangue, ci voleva proprio.
L’unica pecca del libro, ma soprattutto della mia versione tradotta (non so se anche in lingua originale è così) è il francese. Lo so che Poirot è belga, lo so che fa parte del personaggio che lo rende unico nel suo genere, ma una nota con la traduzione no? Io odio il francese, non l’ho mai studiato e vedermelo ogni due per tre in un libro comunque tradotto mi manda in bestia. E lo stesso vale per l’inglese, quando capita che non viene tradotto in altri libri, che so ovviamente e capisco, ma mi metto nei panni delle persone che non lo conoscono e che non colgono le sfumature di un racconto a causa di ciò.
Anche se non sono un’amante della Christie, la consiglio a chi vuole una lettura leggera, ma che vuole sempre restare nel tema omicidio.