Il Priorato dell’Albero delle Arance

The Priory of the Orange Tree
,

Oscar Mondadori
30 Novembre 2019
Copertina rigida
796
Inglese
Benedetta Gallo
21 Febbraio, 2020 1 Marzo, 2020

La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.

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Di cosa parla

Il mondo di questo libro è diviso in due: l’occidente e l’oriente. Questi due continenti sono diversi, sia per cultura che per razze, che per draghi. Ad occidente i draghi sono odiati e tutti hanno paura che il Senza Nome ritorni a vivere, un drago che ha seminato terrore mille anni prima. In oriente i draghi sono venerati come se fossero Dei e sono totalmente diversi dai draghi dormienti. Perché mille anni prima il Senza Nome è stato sconfitto e spedito nell’Abisso, un mare che si trova tra i due continenti e con lui tutti gli altri draghi occidentali sono caduti come in un letargo.

Noi seguiamo le vicende di una regina dell’occidente e si dice che fintanto che ci sia la sua stirpe, il senza nome non può tornare e quelle di una ragazza orientale che sta per diventare un Guardiano dei Mari, ma che a causa di un occidentale rischia di essere perseguita legalmente.

In questo libro esiste anche il Morbo Rosso o la peste draconica che è un morbo portato dai draghi occidentali. L’oriente ne è immune (o meglio non ci sono casi) e per questo se clandestini occidentali sono trovati a sbarcare sul suolo orientale sono messi a morte.

Ovviamente ci sono tantissime altre vicende e diversi punti di vista che sono belli da scoprire man mano che si legge il libro. Come per esempio cosa sia l’albero delle arance e delle sue proprietà.

Cosa ne penso

Il libro mi è piaciuto, la parte orientale molto di più di quella occidentale, visto che è la parte che ha i draghi e le vicende della protagonista orientale sono molto più interessanti dell’altra controparte. Peccato che non fossero tanto lunghe. Il racconto, nonostante la sua mole non è suddiviso equamente tra est ed ovest, ma la parte occidentale è molto più seguita che l’altra.

Stile

Ogni capitolo ha un punto di vista diverso, abbiamo diversi personaggi che nei vari capitoli parlano e raccontano le vicende. Mi piace molto questo fatto perché mi ricorda La Canzone del Ghiaccio e del Fuoco di Martin e il fatto di avere vari punti di vista è proprio quello che mi è piaciuto di quella saga. Quindi già per questo il libro è affascinante. I capitoli non sono lunghissimi e il linguaggio è chiaro. Alla fine del libro c’è anche un glossario con le parole chiave e un’appendice in cui vengono riassunti tutti i personaggi.

I personaggi

Come detto seguiamo diversi narratori e questi sono Tané con cui inizia il libro, un’orientale che è colei che trova lo straniero con cui inizieranno le vicende a Seiiki, l’isola su cui si svolgeranno per lo più le vicende in oriente. Tané è un’orfana, è cresciuta nella Casa dell’Apprendimento Mezzogiorno in cui si addestrano bambini e ragazzi per diventare Guardiani dei Mari. Alcuni prescelti di queste case (ce ne sono quattro nella capitale dell’isola) cavalcano i draghi d’oriente e Tané aspira ad essere una di questi prescelti.

Poi abbiamo Niclays Roos, un anatomista occidentale in esilio ad Orisima, un avamposto occidentale in oriente. Infatti le sue vicende si svolgono per lo più a Seiiki ed è coinvolto nella vicenda dello straniero approdato sull’isola.

In occidente invece abbiamo Eadaz (e una serie di altri nomi molti dei quali impronunciabili, la chiameremo Ead, come nel libro) che si trova al servizio come Domestica Ordinaria nell’Alta Servitù di Sabran Nona, regina di Inys. E le sue vicende si intrecceranno con l’albero del titolo e l’oriente.

Ed infine, l’unico uomo narratore, Sir Arthelot Beck, Loth, uno dei nobili dell’occidente, molto amico sia di Ead che della regina di Inys. Le sue vicende sono per lo più in occidente, nel meridione (sempre però nella parte occidentale) e con l’oriente.

Altro personaggio fondamentale è la Regina di Inys, Sabran Nona, la cui stirpe si rifà a colui che ha sconfitto il Senza Nome. Ma questo verrà confutato nel racconto.

Ed ovviamente i Draghi orientali che sono stupendi.

Conclusione

Il libro è fatto molto bene, è da leggere e lo consiglio a chi è amante dei draghi, dei mondi fantastici, di leggende e chi ama la magia, ma che non è un elemento fondamentale del libro.

Ad un certo punto il racconto è un po’ prevedibile, ma non per questo non è un bel libro, anzi. Mi sarebbe piaciuto se fosse una serie, non perché non risponda a tutte le domande, ma perché mi sarebbe piaciuto vedere come il mondo si sia formato, perché ci sono otto regni, come si sia formato il “Virtudom”, ossia l’insieme di più regni occidentali che credono alla leggenda del Senza Nome o vedere anche le genti degli altri regni, non solo di Inys. Abbiamo solo uno scorcio di quello che sono gli altri regni, ma mi sarebbero piaciute più informazioni. O anche solo il fatto di perché il sud e il “Virtudom” si odiano, cioè conosco il perché, ma l’avrei voluto spiegato meglio e di più. Ma nonostante ciò ho amato il libro.

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