
Crimine, Mystery
Arthur Conan Doyle
Sherlock Holmes, Libro n° 2
Mondadori
Febbraio 1890
Copertina Rigida
154
Inglese
Maria Gallone
26 Marzo, 2020 27 Marzo, 2020
Secondo romanzo della serie che Arthur Conan Doyle incentrò sul personaggio di Sherlock Holmes, "Il segno dei quattro", scritto nel 1890, costituisce un'autentica pietra miliare della letteratura poliziesca. Un libro in cui l'eccentrico investigatore assume infatti molte caratteristiche che diverranno in seguito tipiche del personaggio, e il suo autore, per la prima volta, segue passo per passo il processo logico deduttivo usato dal detective per risolvere un enigma. Il caso in questione si presenta subito molto spinoso: una giovane, al cui fascino il dottor Watson non si mostra indifferente, chiede infatti aiuto per rintracciare il padre inspiegabilmente scomparso qualche anno prima. Da qui prende l'avvico un'intricata storia che affonda le sue radici nelle misteriose e torbide vicende della lontana India coloniale e che risulta collegata a un fantastico tesoro macchiato di sangue.

Di cosa parla
Secondo libro nella serie dell’investigatore Britannico più eccentrico della storia. In questo volume Sherlock è alle prese con un caso particolare, una giovane gli chiede aiuto per risolvere la scomparsa del padre avvenuta molti anni prima. Seguendo la pista Sherlock e il suo fedele amico troveranno le radici del mistero nell’India e nelle isole Andamane inseguendo un tesoro scomparso.
Cosa ne penso
Questa recensione non sarà lunghissima, visto che anche il libro non è lunghissimo come tutti i libri di Doyle. Comunque il libro mi è piaciuto di più del primo. Anche qui c’è un racconto incentrato sul passato, ma almeno la narrazione non si ferma completamente come nel primo libro. Anche qui il racconto nel passato è molto interessante così come nel primo e così anche tutta l’investigazione. Mi piace come Watson segue passo per passo l’amico e mi piace la sua infatuazione della donna che chiede aiuto a Sherlock.
Solo io vedo lo Sherlock di “Elementary” quando leggo questa serie? Ora capisco anche da dove arriva la dipendenza di quel Sherlock. Non ho mai approfondito Sherlock Holmes, ho sempre saputo della sua esistenza e della sua fama come serie, ma non ho mai letto di più. Quindi non avevo idea che Sherlock (di Doyle) fosse un cocainomane.
Stile
Lo stile è antiquato, anche certi termini ai giorni d’oggi sono considerati insulti o razzisti, ma il racconto è molto meglio strutturato che il primo e anche i personaggi sono più caratterizzati. Come detto non è diviso in parti (presente e passato) come il primo e quindi è più fluido nella narrazione e nella risoluzione del caso.
Conclusione
Come detto questo libro mi è piaciuto di più del primo quindi se avete letto il primo e vi siete fermati, continuate perché questo è decisamente migliore de “Lo Studio in Rosso”. E sì continuerò con la serie.