La Banda di Alastrine

La Banda di Alastrine
, ,

, Libro n° 1
Elìps
Settembre 2018
ebook
351
Italiano
20 Aprile, 2020 22 Aprile, 2020

Secoli orsono i Draghi Elementali plasmarono la terra di Sabrié. Le razze mortali che ora vivono in questo mondo hanno però dimenticato le creature che hanno permesso la loro nascita e i Draghi ormai vivono solo nelle leggende. A Roas, una delle più grandi città umane che popolano Sabrié, opera la banda di Alastrine: un manipolo di mercenari comandato da una donna, che tenta di prestare aiuto a chi ne ha più bisogno. Trebor, un ragazzo appena arrivato in quella città, si ritrova nella banda e, tra mercanti di tessuti, venditori di schiavi e traditori, scoprirà le tante sfaccettature del mondo che fino a quel momento aveva ignorato e i molti segreti nascosti all'interno di Alastrine. Ma scoprirà, soprattutto, che le leggende non sono più tali.

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Di cosa parla

Se si legge la trama del libro si può pensare che il libro parli di draghi subito dall’inizio, ma non è così. I draghi e le loro leggende mi hanno attirato e ho voluto leggere il libro proprio per questo. Ma si parla di draghi solo dopo la metà del libro (anzi diciamo alla fine).

Il libro parla di una banda di ragazzi che ruba ai ricchi per dare ai poveri (più o meno) comunque sia è una banda di mercenari ma che fa del bene per l’umanità. Noi seguiamo qualche missione della banda, come per esempio essere guardie del corpo di un mercante di stoffa, oppure la liberazione di ragazze rapite da uno schiavista, ma niente di draghi e lo trovo una mancanza o meglio qualcosa che la trama dice, ma che poi non fa a pieno.

Il libro inizia con Trebor, un ragazzo che lascia casa sua perché vuole cercare l’avventura. Così si trova per la prima volta nella città di Roas ma passando per il mercato cittadino crede di dover comprare una spada nel caso debba difendersi. Qui incontra una figura ambigua che lo sfida a duello e gli promette la spada più costosa del mercato se lo sconfigge. Dopo questo duello lo invita al Mistral, un locale in cui scopre una banda di ragazzi che gli promette l’avventura che voleva. Ma dopo qualche giorno si accorge che le missioni non sono sempre avventurose perché in alcune di loro per esempio deve raccogliere i funghi. Deluso cerca di lasciare la banda ma in quel momento il capo (che è una donna) gli fa un regalo e quindi cambia idea. Ma la vita nella banda non è facile e presto scopre che le missioni non sono così avventurose come si aspettava e insieme a qualche altro compagno inizia a mettere in dubbio il comando della donna.

Cosa ne penso

Se lo scopo era quello di introdurre la leggenda dei draghi, come dice la trama, penso che fin dall’inizio doveva esserci un accenno, anche solo l’introduzione del capo di Alastrine come qualcuno di particolare e magari anche della sua amica mezzoelfo. Invece ci troviamo a leggere di qualcosa di non specificato nella trama ed infatti mi sono chiesta più volte se stavo leggendo il libro giusto. Poi alla fine il mistero del drago è pure coinvolgente, ma più di metà del libro è passata prima di leggere di quello che realmente la trama dice.

Per quanto riguarda il titolo della saga mi ha lasciata un po’ perplessa visto che non sappiamo niente di questa/o Akire. È il drago di cui parla la trama? Non viene neanche menzionato una mezza volta nel libro e quindi non lo trovo proprio azzeccato.

Stile

Lo stile, comunque, mi piace, la lettura è scorrevole tanto che ho letto circa 150 pagine nello stesso tempo (circa 3 ore e mezza) che ho impiegato a leggerne 80 di Parole di luce. Infatti il libro è molto scorrevole e si legge veramente in poco tempo. I capitoli non sono lunghissimi a parte quelli finali ma anche qui la velocità di lettura è alta. Solo alcune volte il capitolo inizia con Trebor e sembra che sia solo il suo punto di vista (che è il 90% del libro) per poi andare su azioni in cui Trebor non c’è e che quindi devono essere narrate con un punto di vista di qualcun altro. Sinceramente questo non mi è piaciuto. Avrei preferito che ogni capitolo fosse con un punto di vista specifico e non un misto.

Una cosa che mi ha dato tanto, ma tanto fastidio è il chiamare i personaggi “il moro” o “il castano” cioè per il loro colore dei capelli. Alla fine non capivo più chi fosse chi. Ogni volta che incontravo questi “soprannomi” digrignavo i denti. Spero che questo modo di chiamare i personaggi venga perso negli altri volumi.

L’autrice però ha scritto una particolare scena del libro (che non dirò per non spoilerare) in modo impeccabile quindi si spera che ci sia una crescita in quella direzione nei libri seguenti. In quella scena le parole usate e il modo utilizzato di scrittura è diverso dal resto del libro ed è molto melodioso. Non riesco a spiegare questo mio pensiero in modo più azzeccato perché non sto dicendo quale scena è ma nel libro stesso c’è una crescita di stile non indifferente.

I personaggi

Ogni personaggio ha un suo passato ovviamente e qui veniamo a conoscenza di cosa ha fatto prima sia il capo della banda (di cui tra l’altro non sappiamo il nome) che dei due gemelli fondatori della banda. Trebor con cui inizia il libro e che sembra un po’ il protagonista, è un po’ odioso, alcune volte volevo schiaffeggiarlo per farlo rinsavire, ma capisco che i suoi errori sono dati dalla sua giovinezza e dal fatto di non conoscere come opera la banda. E spero che il suo personaggio cresca lungo la storia (il che un po’, ma poco, l’ha già fatto alla fine del libro).

Conclusione

Il libro si può dire che mi sia piaciuto, avrei preferito che la trama corrispondesse al contenuto reale e non che i draghi (uno) e che le leggende di cui si parla fossero solo nei tre o quattro capitoli finali. Inoltre avrei preferito una mappa del mondo, a meno che non è presente nell’ebook ma nel libro cartaceo sì. Questo non posso saperlo. E il mondo in sé lo trovo poco definito e poco costruito. Anche i personaggi sono un po’ piatti, per essere un fantasy è un po’ troppo semplice. Ma capisco che non tutti i fantasy devono essere super complicati e sinceramente un libro leggero serve in mezzo ai super complicatoni che leggiamo. Questo primo volume sembra un po’ un grande prologo, quasi è meglio aspettare che la saga sia finita per leggerla tutta d’un fiato (anche perché come detto si legge velocissimamente). Sinceramente il secondo libro sembra più interessante soprattutto se continua con il finale e non narra di tutt’altro. Spero che il mondo sia spiegato molto di più andando avanti. Nel complesso però non male per essere il libro d’esordio della giovane autrice.

Però mi è piaciuto il messaggio dietro alla banda ossia che la banda non è un semplice gruppo di amici o conoscenti che si trova per fare del bene ma una vera e propria famiglia, un insieme di persone che non hanno più una famiglia o che non si trovavano bene nella loro (come Trebor).

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