
Fantasy, Giappone, Giovani Adulti, Low Fantasy, Romanzi, Romanzo Storico
Camille Monceaux
Le cronache dell'acero e del ciliegio, Libro n° 1
Copertina flessibile
416
Francese
Fabrizio Ascari
23 Giugno, 2021 11 Luglio, 2021
Beat the Backlist
Le cronache dell’acero e del ciliegio formano una tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo. Seguiamo due eroi, Ichirō, giovane samurai dal favoloso destino, e la misteriosa Hiinahime, una sconosciuta che si nasconde dietro una maschera nō. Nei primi due volumi l’io narrante è Ichirō, negli altri due toccherà all’eroina Hiinahime raccontare la vicenda. Il primo tomo, intitolato La maschera nō, ripercorre la vita di Ichirō dall’infanzia all’adolescenza. Abbandonato, Ichirō viene cresciuto come un figlio da un ignoto samurai che gli insegna la via della spada. Il ragazzo vivrà un’esistenza solitaria tra le montagne, nel cuore di una natura selvaggia e al ritmo delle stagioni, tra momenti di beatitudine e spensieratezza e un apprendistato che richiede costanza e coraggio. Ma in una tragica notte, la vita di Ichirō viene sconvolta dall’attacco di loschi samurai. Il destino lo porterà allora a Edo (l’antica Tokyo), dove inizierà a esibirsi nei teatri kabuki; lì stringerà le prime amicizie e incontrerà Hiinahime, la sconosciuta con la maschera Nō. Il secondo tomo della tetralogia, La spada dei Sanada, sarà pubblicato ad ottobre.

Di cosa parla
Primo libro della serie ambientata in Giappone nel periodo Edo (XVII secolo) intitolata Le Cronache dell’Acero e del Ciliegio, titolo molto intrigante. Siamo nel periodo in cui la famiglia Tokugawa detiene il massimo potere politico e militare del Giappone, un periodo di isolamento e di persecuzione dei Cristiani.
Il libro inizia con un Maestro, ex samurai, che trova un bambino in un guscio di biwa nella foresta vicino alla sua casa isolata su una montagna. Lo porta a casa e insieme alla governante lo alleva come se fosse suo figlio. Questi, Ichirō, viene allevato con insegnamenti da samurai, di cui il Maestro è un esperto, fino a quando il passato del Maestro non tornerà a bussare alla porta della casetta isolata ed Ichirō viene catapultato nell’antica Edo (attuale Tokyo) dove per sopravvivere deve mendicare fino a quando non incontra un poeta che lo aiuterà a trovare lavoro. Inoltre scopre il teatro Kabuki e grazie a questo fa le prime amicizie. Ad Edo inoltre incontra Hiinahime, una ragazza che si nasconde dietro ad una maschera del teatro Nō.
Cosa ne penso
Il libro mi è piaciuto soprattutto per l’ambientazione e la storia narrata, l’edizione, pur essendo bellissima, lascia un po’ a desiderare.
Comunque, è il primo libro di un autrice francese ambientato in Giappone che leggo e grazie al documentario su Netflix non ho fatto fatica a capire i personaggi storici di cui si narra. Il libro lo consiglio a chi piace il Giappone e la sua cultura perché penso che a un lettore “normale” (anche se non mi piace usare questa parola) possa risultare un po’ noioso e lento. Per me non lo è stato (ci ho messo molto a leggere il libro solo perché non avevo tempo, non perché non riuscivo ad andare avanti), ma posso capire che a un lettore a cui non interessa la cultura e la storia Giapponese possa non apprezzare il libro.
Stile
Lo stile non è complicato, non l’ho letto in lingua originale quindi non so se il linguaggio sia difficile, in italiano non lo è stato, ma parlerò della traduzione e dell’edizione dopo.
I personaggi
I personaggi principali sono due anche se uno lo troviamo dopo la metà del libro.
Ichirō è il protagonista, il punto di vista è il suo ed è lui il narratore. È prima un bambino, poi un ragazzo che non conosce la sua famiglia, ha solo un pendente d’oro a forma di foglia di acero che lo lega alla sua famiglia, ma cosa significhi è un mistero. Con lui vediamo la condizione della popolazione giapponese più povera e quello che i continui conflitti tra i daimyō hanno portato.
Hiinahime sembra una nobile, vive in una casa di importanza, ma nasconde il suo volto dietro ad una maschera per qualche motivo di cui non parla quasi mai. È imparentata con Tokugawa, lo shougun che ha riunito il Giappone (ma qui entriamo troppo nella storia che a me piace, ma forse non rilevante per la recensione). Ichirō ha fatto una promessa a se stesso, vendicarsi del clan Tokugawa, ma nonostante ciò, trova Hiinahime intrigante e non riesce a non fare amicizia con lei.
Edizione
Come detto l’edizione è pessima, o meglio la traduzione e la punteggiatura sono pessima. Ora non sono un’esperta in Italiano scritto, ma so leggere e quando mi si presenta un discorso diretto introdotto con un trattino, che non finisce con un trattino di chiusura ma anzi mischia discorso diretto e narrazione, per me l’editing è pessimo. Ora faccio un esempio con una frase a caso, ma devo ricordare che tutto il libro è in prima persona quindi questo errore rende la lettura del libro lenta e spesso non si capisce se Ichirō stia parlando e quindi stia dicendo quelle cose o se fanno parte nella narrazione.
– Vado a teatro, ho pensato, perché è il mio lavoro.
Giusto sarebbe:
– Vado a teatro, – ho pensato, – perché è il mio lavoro -.
In questo caso, scritto nel primo modo si può anche capire perché è una frase semplice, ma durante tutto il libro, molto spesso non si capisce. O meglio si capisce, ma si deve rileggere il dialogo due volte per capire il senso del discorso. La punteggiatura esiste e va usata soprattutto se si traduce un libro e si viene pagati per questo. Non si può fare un lavoro a metà. Sembra davvero una bozza invece che il lavoro finito. E poi ci sono di quegli errori. Se il soggetto è maschile e l’oggetto al femminile non si può coniugare il verbo al femminile! O peggio quando il soggetto è plurale, ma il verbo viene coniugato al singolare perché l’oggetto che viene posto prima nella costruzione della frase è singolare. Alcune volte davvero, l’italiano non ha senso! Sì, l’edizione è tutta da rifare per rendere l’italiano meno ostico. Spero che il secondo libro sia tradotto e impaginato meglio.
Ora, questo è solo perché sono anale in queste cose, ma se fosse stata un’edizione in copertina rigida, sarebbe stato meglio. Odio quando la spina dei libri si segna perché si apre troppo il libro, e sfortunatamente, a causa della mole del libro, nonostante tutte le accortezze che ho avuto, qualche segno c’è stato e impazzisco a vedere questa edizione stupenda con quei segni. Ovvio che non verrà prestata a nessuno, se no chissà come mi viene indietro.
Conclusione
Ora, concludendo. Il libro mi è piaciuto, lo consiglio a chi ama la cultura giapponese e se si legge la traduzione in italiano a chi vuole farsi venire il mal di testa a capire quello che viene scritto. A parte l’edizione che ha bisogno di un grande editing, la storia merita e non vedo l’ora di scoprire le altre avventure di Ichirō e se i suoi compagni del Kabuki saranno anche nel prossimo libro soprattutto il suo migliore amico.
La prossima recensione in due settimane.