
Fantasy, High Fantasy
N.K. Jemisin
La Terra Spezzata, Libro n° 1
Mondadori
30 aprile 2019
Paperback
516
Inglese
Alba Mantovani
7 Febbraio, 2020 14 Febbraio, 2020
È iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.
L’Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo.
È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.


Di cosa parla
La Quinta Stagione è un libro catastrofico in quanto siamo in un mondo dove cataclismi e terremoti sono molto pericolosi e abituali. Siamo alla fine del ciclo terrestre o all’inizio, dipende dai punti di vista, in quanto siamo in una terra primordiale, con un solo continente, l’Immoto, in cui però è presente l’uomo. Il tempo è scandito da disastri ambientali, infatti sono presenti le stagioni che sono molto diverse dalle nostre, che possono durare anche millenni. Poi avviene una catastrofe, un terremoto o un vulcano che scoppia e la quinta stagione ha inizio.
La quinta stagione è il periodo successivo ad una catastrofe che può durare qualche anno, ma anche millenni. In questo periodo l’aria è irrespirabile, piove cenere, la maggior parte delle persone muore ed è come se la terra si rinnovasse, uccidendo tutti per poi lasciare solo i pochi capaci di sopravvivere.
Quinta Stagione: un lungo inverno – che dura almeno sei mesi come da classificazione Imperiale – scatenato dall’attività sismica o da altre alterazioni ambientali su vasta scala.
Glossario de La Quinta Stagione, p. 484
La civiltà è basilare, non hanno prospettive di vita in quanto da un momento all’altro può arrivare un disastro ambientale ed uccidere tutti. E’ una civiltà che si basa su determinate leggi che portano alla sopravvivenza della specie e tutti pensano che la terra li odi.
Inoltre in giro per il continente ci sono degli obelischi che sono il simbolo di antiche civiltà che non avevano questo problema, ma nessuno si pone il dovere di studiarli perché da un momento all’altro può succede il finimondo per cui perché perdere tempo a studiare quando bisogna prepararsi per sopravvivere durante una quinta stagione? Questi obelischi sono dotati di un’energia particolare.
Il libro è raccontato da tre figure femminili che hanno in comune il fatto di essere delle orogene, ossia esseri umani in grado di creare o fermare terremoti, in quanto possono controllare le scosse sismiche, traendo energia dalla terra, grazie ad un potere chiamato Orogenia.
Gli orogeni sono importanti perché aiutano a controllare i disastri che la terra può fare ed infatti esistono dei nodi, dei punti caldi, dove l’attività sismica è al massimo, in cui vengono mandati questi orogeni e con i loro poteri sono in grado di contenere le onde sismiche. Ma se da una parte sono importanti, dall’altra sono odiati e devono essere contenuti. Infatti, quando scoperti di solito da bambini, devono essere portati in un centro chiamato Fulcro che si trova nella capitale dell’Immoto per essere addestrati a contenere il loro potere perché se lasciato libero può scatenare la fine del mondo. Il compito dell’addestramento e ricerca di Orogeni è dato ai Custodi che molto probabilmente sono degli orogeni che non hanno sviluppato i loro poteri. E anche loro comunque sono controllati dall’Impero perché hanno degli impianti alla base del cervello che alcune volte fanno danno.
Gli umani odiano gli orogeni (che sono comunque umani anche loro) e spesso vediamo che i genitori denunciano l’orogenia dei propri figli perché avere un orogeno come figlio è una vergogna che va allontanata. Alcune volte i Custodi non arrivano in tempo e i bambini orogeni vengono uccisi dagli altri membri della com (come vengono chiamate le città) perché ritenuti pericolosi.
Essere un orogeno è quasi illegale, praticare l’orogenia è illegale a meno che non si faccia parte del Fulcro e quindi non si “lavori” per l’impero. Ma il Fulcro è una specie di accademia fondata dagli stessi orogeni, perché visto che tutti li volevano morti, gli antichi orogeni hanno fatto in modo di essere utili all’Impero e hanno fondato questa scuola.
I personaggi
Ci sono tre personaggi principali, tre donne di diversa età che stanno attraversando dei periodi diversi della loro vita. Abbiamo una bambina, Damaya, che ha appena scoperto la sua orogenia. Viene presa in carico da un Custode, che, tra le altre cose, è in grado di offuscare l’orogenia. Questo custode è chiamato dai suoi genitori, in modo tale che la bambina possa essere allontanata dalla com e iniziare il suo percorso nel Fulcro (e da una parte è fortunata, perché in questo modo può sopravvivere, ma lo è realmente? Al Fulcro l’addestramento è duro, spesso ci sono torture e abusi e visto l’atteggiamento dei genitori quando la bambina parte, forse non è proprio una fortuna). Damaya è una bambina, ha appena iniziato il nido (ossia la scuola) e non ha tanta esperienza nella vita. A causa di un bullo, la sua orogenia viene scatenata e quindi viene portata in questa scuola dove deve imparare a controllarsi. Damaya è il mio personaggio preferito.
Poi c’è Syenite che è una ragazza che è nel Fulcro da qualche anno. Gli orogeni hanno dei livelli da completare e quando passano un livello vengono dati degli anelli. Syenite è un 4 anelli e per una legge di riproduzione le viene assegnato dal fulcro un 10 anelli (il massimo) per creare un bambino. Oltre a ciò Syenite ha anche una missione, la sua prima missione, che deve portare a termine con Alabaster (il 10 anelli), ma qualcosa va male durante la missione e devono scappare. (E qui entrano in gioco gli obelischi e i mangiapietra).
Essun è una donna adulta, ha una famiglia, ma il marito non conosce della sua oroigenia. Per un fatto che non vendiamo, il marito viene a conoscere che il figlioletto di 2 anni è un orogeno e lo percuote così tanto da ucciderlo. Ed è da qui che inizia il racconto, da quando Essun trova il corpo senza vita di Uche e la figlia maggiore scomparsa.
Ci sono anche personaggi secondari, tipo Alabaster che è un potentissimo orogeno ed è una figura un po’ strana; ci sono i mangiapietra che provengono dagli obelischi di cui non sappiamo molto a parte che sono di pietra; ci sono appunto i Custodi e Lerna che conosce bene l’orogenia di Essun ed è un medico; Tonkee che è una geologa o quello che per noi è una geologa, nel linguaggio del libro è Geomestro.
Devo dire che gli umani non sono molto presenti in questo libro, sappiamo che esistono ma seguendo per lo più le vicende di orogeni, non ne incontriamo poi così tanti.
Stile
I capitoli sono abbastanza lunghi ed ogni capitolo è incentrato su una delle tre donne, il che mi piace. E’ scritto tutto in presente il che non mi ha fatto capire la sequenza temporale degli eventi. Di questo parlerò di più nella discussione in cui dico qualcosa del libro perché ovviamente sarebbe spoiler e non voglio discutere in questa sezione. Comunque non mi è piaciuto più di tanto lo stile dell’autrice. So che a molti è piaciuto, ma sinceramente a me no.
Cosa ne penso
Il libro nell’interezza mi è piaciuto. Anche se ho delle riserve sullo stile. E’ molto originale, mi piace che spesso si riferisce all’ossidazione (o rust in inglese, quindi non è stata tradotta letteralmente) e il chimico in me rideva ogni volta che veniva alla luce. Per esempio: “Che si ossidi” usata come imprecazione al posto di “Vai al diavolo”; o ancora “Porca ossidazione” al posto di “Porca miseria” o qualcosa di peggio.
Mi piace il fatto che non sia più la Madre Terra ad esistere, ma si dice Padre Terra, come se questa terra sia un personaggio dispotico e sia lui a comandare.
Conclusione senza spoiler
Il libro è da leggere perché interessante, non è stata una lettura mozzafiato come altri libri per questo solo 4 stelle al posto di 5 e la fine mi è piaciuta tantissimo ed è per questo che o dato 4 stelle invece di 3, molto probabile le 3 stelle derivano dal fatto che sia una serie e quindi non ho la conclusione di tutto. In questo momento non so dare uno scopo al libro, cioè c’è Essun che vuole trovare la figlia e vendicare il figlio morto e quello lo posso capire, ma non so ancora lo scopo di tutto il racconto. Ci sono ancora troppe domande a cui non ho risposta.
La presenza dell’orogenia penso sia la parte più bella di questo libro. Il fatto che sia temuta, ma che sia anche la sola che possa salvare l’umanità dalla catastrofe è qualcosa di ben pensato. Gli orogeni sono spesso maltrattati e sono praticamente schiavi del loro potere, vengano usati nei nodi per tener a bada le scosse, ma solo grazie a loro gli umani possono sopravvivere o almeno prolungare il periodo di “calma”.
Sicuramente leggerò il secondo libro perché le mie domande devono trovare risposta. E sicuramente rileggerò questo libro perché ho perso molti punti interessanti durante la lettura perché non sapevo una cosa (che dirò dopo) e che quindi non mi ha fatto apprezzare a pieno il libro.
Discussione
Ora, se non avete letto il libro per favore non leggete da qui in poi, perché dirò alcune cose spoiler.
Come prima cosa discutiamo dello stile, del fatto di scegliere tutto il tempo presente e del “tu” al posto di Essum. Sinceramente all’inizio pensavo che ci fossero tre donne diverse e che ogni racconto fosse contemporaneo. Il tutto mi sembrava un po’ strano a causa della capitale che nel racconto di Essun è distrutta e invece esiste ancora nel racconto di Danaya. Poi quando Damaya ha scelto il suo nome, ho cominciato a credere che lei e Syenite fossero la stessa persona, ma anche lì, non ho dato importanza al tutto. Alla fine ovviamente si capisce tutto, ma visto che non sapevo che la protagonista è solo una, non ho capito praticamente nulla della sequenza temporale. Per esempio la città di Allia che salta in aria: pensavo fosse avvenuto dopo la spaccatura iniziale e quindi ho detto “pure questo?” ma invece è avvenuto anni prima. Dovrei rileggere il libro solo per capire veramente cosa è successo e quando, perché non ho trovato nulla nei capitoli di Essum dei riferimenti agli avvenimenti precedenti, ma che noi stiamo leggendo ora. Magari i più attenti l’avranno anche capito, ma sinceramente non leggo per studiare un libro, leggo per passare il tempo e per rilassarmi quindi che debba scervellarmi per capire cosa succede, anche no.
Poi sinceramente non mi sono immedesimata poi così tanto. In una frase minuscola si dice che è per colpa dell’uomo che la terra è così, ora. Ma qualche frase dopo si dice che è colpa di un orogeno. Ma non spiega cosa è successo quindi non riesco proprio a dire “oddio questo può succedere anche alla mia terra” (come letto in qualche recensione) perché primo, non vedo la mia terra in questo Immoto. Posso usare la terra primordiale per spiegare come è questo mondo, ma non lo vedo come mio, lo vedo come mondo fantastico che non ha nessuna connessione con il mio. E secondo perché non viene spiegato bene cosa succede, cosa fa l’uomo o anche solo quell’orogeno per creare questa terra. O meglio, questo è il solo passaggio che ricordo:
Secondo la leggenda, Padre Terra in origine non odiava la vita.
Infatti, secondo i racconti dei dottrinologi, un tempo Terra faceva tutto il possibile per favorire lo strano insorgere della vita sulla superficie. Creò persino stagioni prevedibili; rese graduali i cambiamenti di vento, maree e temperatura perché ogni essere vivente potesse adattarsi ed evolvere; chiamò a raccolta le acque che si autopurificavano, cieli che si schiarivano sempre dopo una tempesta. Non creò la vita – quella nacque per caso – ma ne fu soddisfatto e affascinato, ed era orgoglioso di nutrire tanta strana, selvaggia bellezza sul proprio suolo.
Poi le persone cominciarono a fare cose terribili a Padre Terra. Avvelenarono le acque più di quanto persino lui potesse ripulirle e uccidevano molta della vita sulla sua superficie. Bucavano la crosta che lo rivestiva, oltre il sangue del suo mantello, arrivavano al midollo delle sue ossa. E all’apice dell’arroganza e del potere umani, ci furono gli orogeni che fecero qualcosa che persino Terra non poteva perdonare: distrussero il suo unico figlio.
La Quinta Stagione p.ne 398-399.
Primo. la Terra non ha creato la vita, secondo il libro. Quindi perché deve importargli (gli visto che è Padre Terra e non Madre Terra) se gli uomini uccidono molta della vita sulla sua superficie? Non stanno uccidendo qualcosa creata da lui quindi che gli importa? Tanto meglio, meno vita a sfruttare la terra, no? Per il resto, ovvio ha ragione.
Poi arriviamo al passaggio in cui cita l’orogenia. E’ stato un orogeno a fare l’impossibile e, quindi, si può dedurre, non è colpa dell’uomo, anche se gli orogeni sono uomini. Cioè, nel libro si rimarca questa distinzione, gli orogeni fanno questo, gli orogeni fanno quello. Non l’uomo fa. Per cui non riesco a immedesimarmi in questo. E’ stato un orogeno a fare l’impossibile quindi non riesco a vedere la mia terra in questo libro. Non so se sono riuscita a spiegarmi bene.
Poi veniamo all’ultima frase: distrussero il suo unico figlio. La Terra ha un figlio? Magari sono tarda io, ma non riesco a capire chi sia questo figlio. L’uomo? ma non l’ha creato lui. Quindi chi è questo figlio.? Nel libro si dice che è un mistero e spero che venga spiegato nei libri seguenti. (23/4/2020 nel seguito, viene spiegato)
E la narrazione in seconda persona. Forse l’autrice voleva darci la colpa, perché è vero che stiamo sfruttando la terra in modo che prima o poi si ribellerà (molto di più di quello che sta già facendo) ma non avendo i fatti sinceramente non mi sento in colpa affatto.
Conclusione con spoiler
Il finale è quello che mi ha fatto subito dire “voglio leggere il libro successivo” (che non c’è ancora in italiano* e quindi molto probabile che rileggo questo libro quando esce l’altro, così tanto per capire meglio ora che so del “colpo di scena”). *Anzi, il libro ci sarà in italiano dal 24 marzo, grazie Oscar Mondadori
Avrei preferito che il prologo non fosse un prologo, ma che l’autrice si concentrasse di più a contestualizzare il mondo. Invece ha solo dato delle informazioni senza spiegazioni.