Nagasaki

Nagasaki
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Gallucci
30 luglio 2015
eBook
127
Giapponese
Manuela Suriano
18 Agosto, 2021 21 Ottobre, 2021
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Una delle più grandi autrici giapponesi, mai pubblicata prima in Italia, rivive il bombardamento di Nagasaki, nell’agosto del 1945. Un ricordo che continua a bruciare nei corpi e nelle menti dei sopravvissuti e si rinnova con la paura per i moderni incidenti nucleari. “Il buio svanì facendo posto a una luce tra il blu e il rosso, del colore dell’ortensia quando comincia a fiorire. Non era caldo, non era freddo. Sembrava una luce spettrale solida come un muro”

Tradotta qui per la prima volta in lingua italiana, Kyoko Hayashi è un punto di riferimento assoluto per la memoria della bomba atomica e l'elaborazione di quell'evento di distruzione assoluta. L'autrice si è sempre considerata una "testimone del 9 agosto" e in quanto tale si è fatta carico della narrazione dell'olocausto nucleare affinché non sprofondasse nell'oblio e mantenesse la sua valenza di monito per le generazioni future. Nel racconto "I due segni tombali" i fatti di Nagasaki sono visti attraverso la storia di due ragazze adolescenti, Yòko e Wakako. "Il luogo del rito" ripercorre i giorni seguenti il bombardamento fino a coprire un arco di trent'anni. "Il barattolo" racconta il convivere dei superstiti con il terrore per le conseguenze dell'atomica, mentre "II raccolto" esprime i timori per la contaminazione generata dall'uso civile del nucleare.

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Di cosa parla

Il libro è una raccolta di quattro racconti, più una nota dell’autrice e una nota della curatrice dell’opera. Contiene i racconti: I due segni tombali, Il barattolo, Il luogo del rito e Il raccolto. Il primo è un racconto abbastanza straziante di due amiche colpite dall’atomica, il secondo quello di un gruppo di amiche che anni dopo si ritrovano alla loro vecchia scuola e ricordano una loro compagna che teneva sempre con sé un barattolo (sempre dopo l’atomica), il terzo è un racconto in prima persona di una sopravvissuta e il quarto si discosta parecchio dal filo conduttore della bomba atomica perché parla del disastro di Tokaimura del ’99 (o meglio si ispira, perché non ricordo di aver letto questo nome nel racconto ma molto probabilmente se c’era non l’ho collegato visto che non conoscevo l’accaduto).

Ora da dove comincio? Ho tanto da dire che la mia mente è una confusione totale. Vediamo se riesco a riassumere.

Cosa ne penso

Il libro mi è piaciuto moltissimo. Prima di tutto i racconti sono ovviamente tradotti in italiano, ma i titoli sono anche in giapponese e visto che ho iniziato a studiare questa lingua la cosa mi ha fatto piacere (soprattutto mi ha fatto piacere il fatto di riuscire a leggere quasi tutti i titoli senza aiuto).

Da amante del Giappone leggere della sua storia è sempre un piacere e nonostante sapessi ovviamente di questo avvenimento, ho scoperto molte cose nuove. Non conoscevo l’autrice, ora voglio leggere altre sue opere. Non sapevo della legge a sostegno delle vittime del bombardamento atomico, ora voglio sapere di più. Non sapevo neanche dell’incidente di Tokaimura e mi sono già informata. Sinceramente pensavo che il primo incidente nucleare Giapponese fosse quello di Fukushima dopo il terremoto dell’11 marzo, quanto ero ingenua! E quante cose ancora non si conoscono.

Mi è rimasta impressa una scena del terzo racconto. La protagonista parla di erba e fiori che crescono anche a Nagasaki, nell’epicentro della bomba e questo mi ha fatto subito ricordare che per i Giapponesi i fiori sono importanti, che nonostante tutto i fiori sbocceranno anche in futuro per le generazioni che non sono ancora nate (sì sto pensando as Hana ha Saku – 花は咲く – ) e il significato che l’autrice dà a questa scena.

Devo dire che l’ultimo racconto non mi è piaciuto tanto fino a quando non ho letto la nota dell’autrice ed allora ho capito (e la valutazione è andata da 4 stelle a 5).

Inoltre devo dire che l’autrice aveva un coraggio da leoni. Nella nota dice di essere andata in America per visitare Ground Zero – che non c’entra niente con le torri gemelle – dove la bomba è stata testata per la prima volta. Ha avuto un bel coraggio ad andare anche nei musei dell’atomica americano che sicuramente festeggiano il fatto di aver costruito un’invenzione di tale potenza.

Mi sono chiesta anch’io, come l’autrice, come fanno i giapponese a ritenere gli americani così in alto e ad aver dimenticato cosa gli hanno fatto (ovvio che so il perché gli Stati Uniti hanno sganciato la bomba, ma da persona che vive nel dopo guerra mi chiedo se non ci fosse un’altra soluzione) e ritengono gli americano su un piedistallo tanto da baciargli il culo e fare quello che vogliono loro (ma tutto il mondo è così e sinceramente sono stufa di questa nazione, ritengo che senza di loro il mondo sarebbe migliore). Concordo con l’autrice quando dice che non bisogna dimenticare quello che hanno fatto e che il governo dovrebbe avere una posizione più dura.

Ora per quanto riguarda il nucleare, leggete fino in fondo per capire il mio pensiero prima di linciarmi. Sono favorevole al nucleare? Sono una chimica quindi gli esperimenti chimici sono il mio pane. Credo che la scoperta del nucleare abbia un potenziale enorme quindi dovrei dire di sì, MA per ora gli umani non sono ancora in grado di utilizzarlo in sicurezza, visto gli incidenti avvenuti negli anni. Quindi per ora non sono favorevole al nucleare, quando un domani, il potenziale dell’uomo si sarà sviluppato di più di quello di adesso magari si potrà utilizzare il nucleare (come produzione di energia eh! solo di questo sto parlando) in totale sicurezza, ma fino ad allora, no, l’uomo non è in grado di utilizzare il nucleare per produrre energia.

Conclusione

Consiglio il libro perché credo che tutti (soprattutto gli americani) debbano sapere degli effetti che le armi atomiche hanno sull’uomo, dello sterminio di civili che gli americani hanno fatto il 6 e il 9 agosto 1945, delle persone che ancora soffrono per il fallout di quei giorni e delle generazioni future che soffriranno a causa di questi due giorni di pazzia umana. Sì il libro mi ha proprio toccato.

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