Uno Studio in Rosso

A Study in Scarlet
,

, Libro n° 1
Mondadori
1887
Copertina Rigida
154
Inglese
Alberto Tedeschi
27 Ottobre, 2019 27 Ottobre, 2019

Nel 1887 Arthur Conan Doyle, uno sconosciuto medico di periferia, dava alle stampe "Uno studio in rosso", il romanzo che vedeva l'esordio di due famosissimi personaggi letterari: il dottor Watson, sotto le cui modeste spoglie si celava l'alter ego dell'autore, ed il geniale Sherlock Holmes, il detective per antonomasia.

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Cosa ne penso

Sì, ho deciso di leggere un libro che avrei dovuto leggere anni fa. Non so perché ho sempre posticipato, penso di avere i libri di Doyle da 20 anni e non li ho mai letti. Mi è piaciuto? Hmm le due stelline direbbero di no.

Ho dei sentimenti contrastanti.

L’inizio mi è piaciuto, l’introduzione dei personaggi e anche il caso, ma la seconda parte no ed è quella che ho letto più velocemente perché mi interessava il racconto svolto nel passato. Ma sono una a cui piace la vittoria contro quelle religioni capeggiate da fuori di testa e per carità, so che non avviene mai così, ma almeno dare una speranza in un’opera di fantasia no? Ovvio che il caso sarebbe stato diverso quindi non è che Doyle potesse fare altrimenti, ma questo mi ha lasciato l’amaro in bocca.

L’inizio come detto mi è piaciuto, l’indagine di Holmes la trovo particolare e grazie a Dio spiega come fa ad avere certe idee anche se lo trovo un po’ al limite. Quello che mi ha dato fastidio è che a metà libro si conosce già chi è l’assassino con relativo arresto e che per carità se poi ci fosse una spiegazione razionale andrebbe anche bene, ma no, dobbiamo sorbirci pagine e pagine di “backstory” dell’assassino, spiegato per filo e per segno da dove deriva il movente. Quindi ad un tratto, quando ci si aspetta la spiegazione, non si ha, ma viene introdotta la seconda parte del libro che inizia con un personaggio mai sentito o visto e solo dopo qualche pagina iniziamo a vedere dei personaggi che forse sono implicati nel caso. Mi sembrava di leggere un altro libro, completamente diverso.

Però e qui c’è un però… ho letto questa parte tutta d’un fiato (be’ ho letto tutto il libro velocemente visto che l’ho letto in un pomeriggio, ma sorvoliamo) perché volevo conoscere la fine, se i protagonisti della seconda parte fossero stati in grado di farcela, di uscire vincitori, ma ovviamente non è così perché se no (come detto) il caso odierno non ci sarebbe. Quindi sì sono rimasta un po’ delusa dal finale, contenta che certe persone siano morte, ma dispiaciuta per la fine che l’assassino fa. Il che è ridicolo visto che di solito dovremmo stare dalla parte della vittima no? Di solito.

Leggerò gli altri? Molto probabile sì, li ho già, devo ammazzare questo benedetto monte di TBR che ho quindi molto probabile che con l’anno nuovo ne inserisca uno qua e uno là (certamente non tutti insieme…)

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